Frana sul monte Denti della Vecchia: aggiornamenti
La situazione al 23 maggio, dopo il crollo avvenuto domenica 11 maggio 2025.
23 maggio 2025
La Città di Lugano, in collaborazione con i Servizi del Dipartimento del Territorio, informa che, a seguito del crollo di roccia avvenuto domenica 11 maggio 2025, è stata effettuata una serie di approfondimenti tecnici finalizzati a caratterizzare l’evento e ad aggiornare la valutazione della situazione di pericolo. La situazione è analizzata periodicamente ed eventuali cambiamenti saranno comunicati attraverso i canali della Città di Lugano.
Descrizione dell’evento
Il crollo si è verificato intorno alle ore 7:45 ed è stato chiaramente percepito dalla popolazione locale. Il volume del materiale distaccatosi è stimato in circa 30’000 m³. L’evento ha avuto un impatto significativo sulla morfologia e sul paesaggio della zona dei Denti della Vecchia. Dal punto di vista geologico, il crollo è riconducibile al cedimento della porzione inferiore del torrione di roccia dolomitica noto come “Nirvana” tra gli appassionati di arrampicata. Si tratta di un fenomeno attribuibile a un processo di destabilizzazione progressiva della massa rocciosa, causato da un graduale deterioramento della sua stabilità strutturale. Questo processo si è evoluto nel tempo e ha portato a un distacco improvviso, probabilmente innescato dalle intense precipitazioni che hanno interessato l’area nelle settimane precedenti l’evento. La massa rocciosa si è frantumata in numerosi blocchi di grandi dimensioni, alcuni dei quali con volumi compresi tra 80 e 100 m³, insieme a una significativa quantità di detrito più fine. Il materiale mobilizzato si è distribuito lungo due traiettorie principali, corrispondenti a incisioni naturali del versante. In entrambe le direttrici, attorno a quota 1050 m s.l.m., si osserva un primo importante accumulo di materiale. Lungo il ramo nord-est i due massi più avanzati, con volumi stimati di circa 15 e 25 m³, hanno raggiunto quota 880 m s.l.m., fermandosi a ridosso di un’opera di captazione dell’acqua potabile situata circa 50 metri a monte del sentiero che collega Creda a Murio. Lungo il ramo sud-ovest i due massi più avanzati, di volume pari a circa 60-80 m³ ciascuno, si sono arrestati a quota 870 m s.l.m. a circa 30 m di distanza dal medesimo sentiero.
Qual è l'attuale situazione di pericolo
Gli accessi al Grotto Creda, all’Alpe Pairolo, all’Alpe Bolla e al sentiero lungo la cresta dei Denti della Vecchia sono attualmente aperti e normalmente transitabili. Rimane invece chiuso al pubblico il sentiero tra Creda e Murio, poiché il rischio di nuovi crolli e della possibile rimobilizzazione del materiale già franato resta elevato. Nell’area in cui si è verificato il crollo dell’11 maggio è ancora presente una grande torre rocciosa, con un volume stimato di circa 6.000 m3, che presenta caratteristiche simili a quelle del torrione recentemente franato. In caso di un nuovo crollo, l’area potenzialmente coinvolta sarebbe analoga a quella dell’evento precedente, limitata al tratto di sentiero tra Creda e Murio.
Oltre al rischio di crolli, è in corso un’attenta valutazione del potenziale di rimobilizzazione del materiale già distaccato, che potrebbe essere trascinato a valle sotto forma di colate detritiche in caso di forti piogge. In particolare, i temporali estivi rappresenteranno un’occasione importante per monitorare il comportamento del detrito e valutare concretamente l’evoluzione futura dei depositi.
La situazione di potenziale pericolo di un’abitazione secondaria nei pressi dell’alveo del riale Cugnoli, a quota 700 m s.l.m. in conseguenza di eventuali colate detritiche è oggetto di valutazione da parte dei Servizi del Dipartimento del territorio, in accordo con la Città di Lugano e il proprietario dell’immobile.