Per secoli, le attività principali del quartiere (che si è unito a Lugano nel 2004) sono state legate all'agricoltura. Prima degli insediamenti urbani, la collina del villaggio era ricoperta di vigneti e gran parte dei boschi odierni era zona di pascolo. 

Nell'Ottocento poi, l'allevamento del baco da seta ricopriva un ruolo molto importante, anche economicamente, tanto che nel 1890 il territorio di Breganzona contava ben 1'500 gelsi (oggi ce ne sono solo una trentina), di cui i bachi vanno ghiotti. Grazie a questa attività e al relativo miglioramento economico, la comunità si risollevò dopo tempi molto duri. Fino a fine Settecento, infatti, Breganzona, come il resto della regione, viveva nell'incubo della peste e di frequenti crisi della produzione agricola. Condizioni che spinsero molti abitanti a emigrare in Russia, in America Latina, ma anche nel nord Italia e nella Svizzera tedesca. La situazione divenne particolarmente drammatica agli inizi del XIX secolo a causa del colera (la facciata della chiesa di San Sebastiano, raffigurante San Rocco, è testimonianza di quel tragico periodo).

Oltre alle epidemie che decimavano la popolazione, il Ticino era interessato anche da pessime condizioni meteorologiche, con effetti disastrosi sull'agricoltura e quindi sui prezzi dei cereali. Pietro Polar (1773-1845), un abitante di Breganzona e deputato al Gran Consiglio, Consigliere di Stato e giudice del Tribunale d'appello, fece arrivare frumento dalla Russia guadagnandosi un epitaffio commemorativo: "Pietro Polar che la patria ascrisse fra i suoi benemeriti quando languente per la fame magnanimo la provvide di vettovaglie nel luttuoso 1817".

Per lungo tempo la popolazione restò piuttosto esigua; nel 1800 era di meno di 400 abitanti, che salirono a 883 in 150 anni.

Nel 1925 Breganzona si fuse con Biogno, con cui già condivideva la chiesa parrocchiale di San Quirico e il cimitero, allargando così i confini fino a Muzzano.

Nel 1970, gli abitanti di Breganzona erano già 2'800 e, nel 1991, 5'000. Di pari passo con lo sviluppo demografico vennero edificati un centro scolastico e un centro sportivo, sistemate le vie di comunicazione e potenziate diverse infrastrutture, tra cui le canalizzazioni.

Lo stemma

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L'Armoriale dei Comuni ticinesi di Gastone Cambin, edito nel 1953 dall'Istituto Araldico e Genealogico di Lugano, descriveva così lo stemma di Breganzona: "Di rosso, a due leoni controrampanti d'argento, accompagnati in capo da una stella, in punta da un berretto con fiocco, il tutto d'oro". Lo stemma richiama gli elementi degli stemmi delle quattro famiglie più antiche di Breganzona. I leoni rappresentano i Leoni e i Somazzi, la stella i Polar e il berretto i Bonoli.

La meridiana di Biogno - @ Alessandro Rabaglio